Reflusso gastro-esofageo. Curiamolo col cibo
- Autore: Dottoressa Rosanna Provenzano
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- 31 dic, 2016
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Reflusso gastro-esofageo, una malattia caratterizzata da risalita del contenuto gastrico in esofago. L’alimentazione ha un ruolo importante nella sua cura.
La malattia da reflusso gastro-esofageo , è caratterizzata da episodi ripetuti di risalita del contenuto gastrico in esofago. Questo evento è fisiologico se si limita a rari episodi. Viene invece inquadrato come malattia se le risalite sono numerose e provocano sintomi che interferiscono con il benessere della persona.
Cause
L’ esofago è un canale di collegamento tra bocca e stomaco, lungo circa 20-25 cm. Quando deglutiamo il cibo, questo, aiutato dalla forza di gravità e da movimenti ritmici esofagei, riesce a passare facilmente dalla bocca allo stomaco.
Posto a confine tra esofago e stomaco c’è lo sfintere esofageo inferiore . Questo sfintere ed il diaframma sono le strutture che anatomicamente regolano il passaggio del bolo alimentare e ne prevengono la risalita. In particolare, lo sfintere esofageo inferiore è una valvola muscolare che si apre per consentire il passaggio del cibo nello stomaco richiudendosi al suo passaggio ed evitandone la risalita. Fisiologicamente si riapre solo per consentire ruttazione e vomito .
Si crea il sintomo quando questi meccanismi anti-reflusso fisiologici, non sono sufficenti a contrastare la risalita dallo stomaco di acido gastrico, acidi biliari, pepsina ed enzimi pancreatici. Tutti questi sono fattori fortemente lesivi per l’esofago, irritano la mucosa e creano il disturbo.
Un altro fattore importante che può provocare reflusso gastro-esofageo è il rallentato svuotamento gastrico . Quindi, il cibo deglutito, misto a saliva, permane per più o meno tempo nello stomaco. Più lungo è il tempo di permanenza più è facile che si presenti l’episodio di reflusso.
Anche problemi di motilità esofagea che alterano la capacità di far arrivare il bolo nello stomaco o alterazioni della salivazione possono predisporre il soggetto ad episodi.
In gravidanza, eventuali episodi di reflusso gastro-esofageo sono solitamente causati dalla pressione che il feto esercita sullo stomaco. Nel caso degli obesi è invece che il grasso addominale che crea pressione.
Molto spesso il reflusso è associato ad ernia iatale (risalita di una parte dello stomaco dall’addome al torace attraverso un foro diaframmatico chiamato iato).
Sintomi del reflusso gastro-esofageo
I pazienti con reflusso gastro-esofageo lamentano sintomi definiti tipici. La pirosi è uno di questi. Il paziente avverte una sensazione di bruciore che risale dall’addome superiore al torace. Un altro sintomi tipico è il rigurgito acido del contenuto gastrico fino in gola o alla bocca . Rilevante è anche il gonfiore addominale post pasto. Altri sintomi “atipici” sono invece il dolore toracico, sintomi extra esofagei (bronco-polmonari, laringei, del cavo orale), asma, tosse cronica, raucedine, broncopolmoniti, otiti e odontopatie.
Cura e alimentazione
Per curare il reflusso gastro-esofageo, si utilizzano tre diverse categorie farmacologiche.
Uno degli obiettivi dei farmaci è quello di accelerare il tempo di svuotamento gastrico per evitare l’insorgerza del disturbo. Questa è la categoria farmacologica dei procinetici.
Un’altra categoria ha invece il compito di proteggere la mucosa esofagea dagli attacchi degli acidi. Infine ci sono i farmaci inibitori della pompa protonica e gli antagonisti dei recettori H2 che riducono l’acidità delle secrezioni gastriche danneggiando meno la mucosa esofagea in caso si verifichi l’episodio di reflusso.
In questa patologia gioca un ruolo fondamentale l’ alimentazione.
- È importante consumare pasti poco abbondanti e frequenti nella giornata (5-6 piccoli pasti piuttosto che 3 pasti abbondanti).
- Mangiare senza fretta masticando bene i cibi.
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Bisogna evitare o limitare i cibi o le bevande che possono rilassare lo sfintere esofageo inferiore. Evitare quindi alcool, menta, aglio, cipolla, cibi molto grassi (cibi fritti, carne molto grassa, salse con panna, sughi di carne, margarina/burro, panna, olio, salse per insalata).
- Evitare o limitare i cibi o le bevande che possono irritare o danneggiare la mucosa esofagea (in accordo con le tolleranze individuali). Evitare quindi bibite addizionate con anidride carbonica, agrumi o succhi di agrumi, caffè anche decaffeinato, erbe, pepe, spezie, prodotti a base di pomodoro, bevande o pietanze molto caldi o molto freddi.
- Limitare le quantità di latte.
- Evitare le gomme da masticare.
- Incoraggiare l’impiego di alimenti che non influenzano la pressione dello sfintere esofageo inferiore. Sono quindi consentiti alimenti con proteine ma ridotto contenuto di grassi (carni magre, latte scremato, yogurt o formaggi di latte scremato) e alimenti con carboidrati ma con ridotto contenuto di grassi (pane, cereali, frutta pasta, patate, riso, verdure preparate senza aggiunta di grassi.
Piccole ma fondamentali accortezze
Altre semplici accortezze riguardanti lo stile di vita possono rendere più rari gli episodi di reflusso.
Bisogna consumare i pasti almeno 3 ore prima di coricarsi e cercare di mantenere una postura eretta durante e dopo i pasti. È anche importante non assumere la posizione supina subito dopo i pasti. Sono da evitare anche cinture e corsetti troppo stretti (poiché possono accrescere la pressione endo-addominale).
Altro piccolo ma importante accorgimento consiste nel sollevare la testiera del letto di circa 10 cm.
Aspettare almeno 1-2 ore dal pasto prima di fare attività fisica ed ovviamente evitare il fumo di sigaretta.









